3 ottobre 2020 | MICHELE ACCETTELLA

Eiaculazione precoce. Sintomi, cause e cura delle disfunzioni sessuali maschili

In questo articolo troverai alcune informazioni utili per affrontare il problema dell’eiaculazione precoce. 

Ti parlerò delle cause più ricorrenti e dei meccanismi psichici ed emotivi coinvolti che spesso contribuiscono a definire questa condizione di disagio che inevitabilemente interferisce con la tua relazione di coppia e sulla qualità della tua vita.

Leggendo fino alla fine questo articolo, avrai modo di:

  • capire quali posso essere i meccanismi che influenzano l’insorgenza di questa condizione; 
  • conoscere quali possono essere i modi utili per gestire e affrontare questa disfunzione;
  • comprendere meglio il senso individuale di questa particolare disfunzione sessuale.


Nella mia esperienza clinica di otre 10 anni, aiutando persone con problemi di eiaculazione precoce ho avuto modo di comprendere che questo genere di disagio è fortemente collegato alla tipica modalità della relazione che attivi con la tua partner. 

Si innescano all’interno della relazione intima della coppia tutta una serie di dinamiche che intercettano diversi tuoi bisogni intimi e diverse paure: 

dal bisogno di approvazione, alla paura di essere abbandonati; 

dal bisogno di dare espressione alla propria volontà e ai propri desideri, al timore di non essere all’altezza;

dal bisogno di essere amati, al timore di non valere abbastanza. 

Quello che è possible fare si concentra sulla possibilità di mettere a fuoco quelli che sono i tuoi pensieri, i tuoi valori, le tue aspettative, i tuoi desideri, le tue fantasie, ecc. intorno al tuo mondo interno circa la relazione di coppia. 

Che fantasie hai rispetto allo stare insieme con una partner? 

Quali sono i ruoli che pensi siano da rispettare? 

Quali esperienze hai accumulato nella tua storia di vita? 

Ecc., ecc. 

Da questa ricognizione possono emergere alcune interferenze e/o distorsioni o anche solo una certa evidente incoerenza tra questi aspetti interni, che rendono confusa dentro di te l’esperienza stessa dell’intimità di una relazione. 

Attraverso il dialogo terapeutico è possible capire meglio come affrontare questo disagio e migliorare la qualità della tua vita intima. 

Vediamo insieme di che cosa si tratta.

Sono Michele Accettella, psicologo, psicoterapeuta, analista junghiano a Roma. Da oltre 14 anni aiuto le persone a migliorare la qualità delle loro vite attraverso la crescita della personalità. Il mio lavoro consiste nel creare le migliori condizioni possibili — all’interno della relazione terapeutica — affinché possano svilupparsi al meglio i vari aspetti della tua personalità e conquistare con questo una maggiore soddisfazione di vita.

Introduzione

“Not just a moment – Isn’t the right moment more than just a moment?”  recitava lo slogan di una vecchia campagna di sensibilizzazione al tema dell’eiaculazione precoce promossa dalla European Society for Sexual Medicine e dal pilota di “Formula 1” Jacques Villeneuve, suo testimonial.

risolvere Eiaculazione precoce

La campagna voleva richiamare l’attenzione sul fatto che la vita sessuale in una coppia è il risultato di qualcosa di più complesso rispetto al singolo atto sessuale: 

si tratta di qualcosa che dura molto di più di un momento.

La soddisfazione sessuale in una coppia, messa in crisi dal disagio dell’eiaculazione precoce, restituisce inevitabilmente una condizione psicologica ed emotiva che riguarda tutta la relazione di coppia: 

si tratta di un disagio che si esprime e interessa la relazione nella coppia

Il “momento giusto” di un rapporto sessuale in una coppia è la risultante di un’intesa più generale e complessa, che intercetta diversi piani della relazione e si estende ai diversi aspetti dell’intimità e dell’armonia raggiunta all’interno della coppia. 

Una iniziativa quella della European Society for Sexual Medicine che aveva l’obiettivo di portare l’attenzione della popolazione verso un problema, come quello dell’eiaculazione precoce, che interessa circa il 20% della popolazione maschile italiana tra i 18 e i 70 anni.

Sintomi dell'eiaculazione precoce

Quando parliamo di eiaculazione precoce, parliamo di un disagio che riguarda 4 milioni di maschi solo in Italia.

In breve, parliamo di eiaculazione precoce quando l’eiaculazione, in maniera ricorrente e persistente, si verifica tra 15 e 60 secondi dopo la penetrazione vaginale, e comunque prima che l’individuo lo desideri.

Questa condizione causa un disagio importante nella persona influenzandone negativamente la vita emotiva.

Il tema dell’eiaculazione precoce inevitabilmente appartiene al campo della conoscenza di sé, delle reazioni del proprio corpo all’eccitazione, nonchè certamente alla capacità di avere un certo controllo della propria eccitazione e del tempo di durata della stessa.

Per capire allora, come si genera questo tipo di disagio è necessario capire bene come funziona l’eccitazione sessuale e su quali elementi fondamentali si basa.

Senza alcun dubbio, possiamo dire che l’eccitazione sessuale si fonda sulle fantasie sessuali e si regola intorno a tutte quelle convinzioni e aspettative che riguardano il tuo rapporto di coppia ideale. 

Di che cosa si tratta esattamente?

Vediamolo insieme.

Le cause dell'eiaculazione precoce: il ruolo delle fantasie per l'eccitazione

Uno degli aspetti più importanti e fondamentali legati all’eccitazione e alla soddisfazione sessuale — e quindi al controllo — è rappresentato dalle fantasie sessuali.

Le fantasie che si innescano nella tua mente nei momenti di intimità, nei momenti legati all’eccitazione sessuale, possono avere il potere di incrementare o inibire, non soltanto il grado della tua eccitazione, ma anche le tue possibilità di controllo e modulazione dell’eccitazione stessa.

Per questo diventa fondamentale capire come si esprimono le fantasie sessuali nella tua mente, che tipo di risposta producono sul tuo corpo e come funzionano veramente.

Proviamo a vedere meglio qual è il ruolo di queste fantasie sessuali.

Le fantasie sessuali sono alla base dell’eccitazione sessuale.

La natura delle tue fantasie sessuali, la loro specificità nello stimolare o inibire la tua eccitazione, rappresenta uno dei modi per esprimere il tuo desiderio. 

Pertato, le fantasie sessuali per le loro caratteristiche, per come si producono, per i contenuti che portano, per la loro frequenza, ecc. possono essere considerate come il risultato di un particolare tentativo di esprimere certi problemi della relazione con la tua partner. 

Seguendo questa considerazione possiamo dire che tutte le forme del disagio sessuale sono espressione di un disagio più ampio che in primis riguarda la natura delle tue fantasie circa la relazione intima che stai vivendo con la tua partner ed il gioco di ruoli che state entrambi mettendo in scena. 

Il tuo disagio sessuale in fondo, rappresenta il tentativo di superare un certo tipo di problemi all’interno della tua relazione.

Rappresenta un modo per far emergere tutta una serie di fantasie, convinzioni o credenze sul tuo ruolo nella coppia, le tue aspettative, le tue idealizzazioni, le tue idee, ecc. che stanno evidentemente rendendo poco soddisfacente la relazione intima. 

L’eiaculazione precoce esprime in questo senso il tentativo di risolvere un problema ben più esteso e generale, qualcosa che ha a che fare con la tua personalità e i tuoi modelli relazionali.

Questo lo puoi facilmente verificare facendo attenzione alle modalità che adotti nelle altre situazioni di vita reale che sperimenti e che — come per l’eiaculazione prococe — si articolano con la medesima modalità di funzionamento. 

Che cosa significa?

Significa che il fatto di soffrire di eiaculazione precoce esprime un tuo particolare modo di essere, un modo specifico di stare al mondo. 

In generale potremmo dire che l’eiaculazone precoce restituisce l’evidenza di un tuo modo particolare di affrontre la vita.

Un modo in cui tendi, per esempio:

  • ad anticipare sempre gli eventi; 
  • ad avere difficoltà a rimanere presente nel “qui ed ora”;
  • a vivere con disagio lo stato di quiete;
  • a preoccuparti costantemente che gli altri stiano bene;
  • a nutrire aspettative verso te stesso molto elevate e mai raggiungibili definitivamente;
  • a preoccuparti sempre di dimostrare il tuo valore agli occhi degli altri;
  • a sentirti spesso inadeguato rispetto alle relazioni che vivi o alle situazioni che sperimenti.
 

Tutti aspetti questi definiscono la struttura di una specifica modalità di intendere, affrontare e reagire alle cose del mondo e della vita.

Il sesso non riguarda quasi mai il sesso

Uno dei “difetti fondamentali” legati all’esperienza sofferta dell’eiaculazione precoce sta proprio  nell’immaginare costantemente, prima e durante il rapporto sessuale, di dover in qualche modo dimostrare, attraverso la performance sessuale, una certa “potenza“. 

Si tratta di una fantasia che mira a sentirsi chiamati a dover esprimere il proprio valore attraverso la capacità di essere all’altezza della situazione, in termini di controllo e dominio.

La fantasia che si manifesta nella tua mente è quella di dover esprimere il tuo livello di forza e maturità rispetto alla tua partner attraverso la soddisfazione sessuale di lei.

Questa fantasia inevitabilmente appoggia su una tua intima convinzione di non essere riconosciuto all’altezza della tua partner, di non essere abbastanza per lei.

Senti di dover dimostrare a tutti i costi di essere all’altezza della situazione per convincere la tua partner del tuo valore e delle tue qualità.

Vista da vicino questa convinzione sottende la paura che tu non riesca a soddisfarla come immagini sia giusto. 

Se non hai testimonianza oggettiva che i tuoi sforzi siano apprezzati, evidenti e tangibili, allora si innesca il rischio che lei possa rivolgersi altrove e abbandonarti.

Questa convinzione poggia su un modello specifico della relazione che prevede che tu sia chiamato a soddisfare con ogni mezzo le richieste della tua partner

Richieste che magari nemmeno ci sono da parte della tua partner così come non è detto nemmeno che siano manifestate o espresse. 

Si gioca tutto nella tua fantasia.

L’equazione nella tua mente è un po’ la seguente: 

«Se io riesco a soddisfarla in ogni maniera, se riesco a vedere che lei è sempre felice grazie alla mia devozione, al mio impegno e alle mie attenzioni, sicuramente lei si convincerà che io sono la persona adatta a lei e questo la porterà a desiderare solo me e rimarrà per sempre al mio fianco.»

Questa fantasia, evidentemente, si innesca laddove esiste in te l’idea che sei chiamato a fare costantemente qualcosa per dimostrare il tuo potenziale e le tue qualità, rispetto ad altri.

Da un punto di vista oggettivgo, evidentemente ci sarà sempre qualcuno migliore di te.

Ci sarà sempre un uomo con una maggiore intelligenza, una migliore posizione sociale, un carattere migliore, una maggiore bellezza, un maggiore livello di istruzione, un migliore conto in banca, ecc. (o qualsiasi altra cosa ti viene in mente).

Ma il punto essenziale è che la scelta di un partner, sia per l’uomo che per la donna, effettivamente non è vincolata a fattori così oggettivi come ci piacerebbe credere. 

La scelta del proprio partner — specie quando di tratta della persona con la quale sentiamo di voler passare insieme tutta la vita — non si gioca su fattori esclusivamente oggetti e quantificabili. 

Si gioca, intimamente, su aspetti del tutto irrazionali. 

Vincolati a tutta una serie di elementi complessi che sono indistinguibili tra loro.

Non si tratta esclusivamente di caratteristiche individuali che l’uno o l’altra possiede ed esprime. 

Hanno sì a che fare con quelle, ma ancor di più si tratta di un particolare intreccio di elementi emotivi, esperenziali, storici, biografici, familiari, ideali, culturali, comportamentali, educativi, sincronici, ecc. che si mescolano, si intrecciano e si fondono insieme all’interno di quella particolare relazione che esiste tra te e lei.

È qualcosa di indicible, qualcosa che letteralmente non è possibile definire una volta per tutte.

Si tratta di una particolare, unica e specifica alchimia di elementi che danno forma ad una struttura relazionale definita in quel “noi” che fa perdere in parte i confini delle singole identità individuali.

È per questo che ognuno degli aspetti della relazione  — compresa l’intimità sessuale — esprimono il particolare gioco della tua relazione che stai vivendo. 

Se c’è nella tua esperienza una sofferenza che emerge per via dell’eiaculazione precoce, non si tratta di un evento in sé, qualcosa che riguarda esclusivamente un tratto della tua personalità. 

Ha a che fare con la relazione di coppia che stai vivendo (o il tipo di relazioni e di partner che abitualmente scegli), con il tipo di modello relazionale che si è instaurato tra te e la tua partner.

Anzi meglio: 

ha a che fare con la fantasia che stai nutrendo di come dovrebbe funzionare, come si deve esprimere una relazione ideale.

In questo può esserti utile indagare il tipo di fantasie che vivi rispetto alla tua partner: 

che tipo di rappresentazione hai di lei, come la consideri, che tipo di ideale incarna, che tipo di ferite magari lei, con il suo modo di fare, ti provoca intimamente, ecc.

Indagare la natura dell’immagine che hai di lei, delle aspettative che senti addosso, delle attese più o meno espresse, reali o meno che siano, è sicuramente utile per capire in che modo si sta esprimento la tua relazione di coppia.

C’è un ideale in te che si vuole affermare attraverso la scelta della tua partner.

È con quell’immagine ideale che ti stai confrontando!

Sei all’altezza della scelta che stai facendo?

Un po’ si gioca all’interno di queste dimensioni psichiche che guardano al futuro in maniera diretta, creando aspettative, attese, frustrazioni, disperazioni, ecc. 

Inevitabilmente ciò che si ottiene — anche attraverso la sofferenza dell’eiaculazione precoce — è la particolare configurazione di un modo di stare in relazione. 

Si tratta di dare concreta espressione alle tue fantasie sessuali attraverso quel particolare tipo di relazione che hai costruito con la tua partner.

L’elemento sottostante importantissimo che si trova al fondamento di queste condizioni relazionali hanno a che fare con un profondo bisogno psicologico di trasformare l’impotenza in potere.

Questa l’intrinseca definizione del tuo disagio: 

un tentativo di trasformazione, un tentativo di crescita ed evoluzione della tua personalità.

 

Una cosa importante da tenere in considerazione è che il sesso inizia nella mente e poi viaggia verso il basso.

Questo è quanto sottolinea Michael Bader — psicologo e psicoanalista di San Francisco — nel suo libro dedicato all’Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali

Il processo di eccitazione sessuale si esprime attraverso ragioni specifiche e queste ragioni appartengono al dominio della mente. 

L’eccitazione è generata dalla mente — dice Bader — una mente che fornisce alle immagini e alle sensazioni il significato giusto per creare piacere.

Questo è il motivo per cui se non capiamo i nostri sentimenti e le nostre fantasie sessuali ci vergogniamo di quello che intimamente sentiamo.

Colpa, autocritica, sentimenti di disapprovazione, ecc. sono tutte condizioni che creano un campo emotivo particolarmente difficile e faticoso all’interno della relazione intima con la propria partner.

Una condizione che inevitabilmente interviene e agisce nell’intimità del rapporto sessuale. 

Ecco perché un ruolo fondamentale — come dicevo prima — è giocato dalla natura delle tue fantasie che si innescano automaticamente durante l’eccitazione sessuale influenzandone la soddisfazione.

Tutta questa attenzione per le fantasie sessuali è utile per capire che una buona eccitazione sessuale si ottiene attraverso un certo tipo di fantasie.

Le fantasie sessuali sono il buco della serratura attraverso cui potremo vedere il nostro vero sé

Stati d’animo di rifiuto, vergogna, indegnità, tristezza e impotenza sono nemici dell’eccitazione sessuale.

C’è una profonda incompatibilità tra piacere sessuale e bassa autostima.

Non ci può essere eccitazione se ci sentiamo deboli e impotenti.

Per questo, spesso, per tentare di disinnescare questi vissuti interviene la fantasia.

La fregatura è che certe credenze, certe convinzioni sono “sentite”, non sono soltanto pensate. 

C’è di mezzo il corpo!

Questo a testimonianza del fatto che il carico emotivo di certe credenze e di certe fantasie, possono generare un senso profondo di colpa, preoccupazione e ansia.

Certe credenze piuttosto comuni che possono creare sentimenti di disagio e che inevitabilmente finiscono per influenzare la tua eccitazione sessuale o la tua capacità di controllarla, sono per esempio le seguenti:

 

  • “Se sono dipendente, i miei genitori si sentiranno prosciugati”
  • “Se sono indipendente, i miei genitori si sentiranno trascurati”
  • “Se sono orgoglioso di me, verrò umiliato”
  • “Se mi espongo, verrò criticato”
  • “Se penserò a me stesso, ferirò gli altri”

     

Per garantire una certa eccitazione occorre che certe fantasie sessuali siano reclutate per tentare di annullare certe credenze e certi sentimenti di disagio che andranno inevitabilmente ad interferire con l’eccitazione e con il piacere.

Il punto è che le fantasie sessuali, il cui scopo abbiamo detto è proprio quello di contribuire a sospendere o eliminare temporaneamente sentimenti di disagio, non è detto che siano sempre in grado di fronteggiare certe condizioni di disagio.

Questa cosa ha a che fare soprattutto con il fatto che l’eccitazione sessuale, oltre ad un certo grado di coinvolgimento relazione ed emotivo con la partner (anche solo fantasticato), richiede comunque una certa dose di egoismo.

È necessario sospendere per un certo momento tutte le preoccupazioni per l’altro, per il suo benessere, per il suo piacere e concentrarsi anche solo temporaneamente su di te.

Questa considerazione inevitabilmente contrasta con il senso di responsabilità che senti verso la tua partner o con il senso di colpa per il fatto di desiderare il tuo esclusivo piacere invece di essere attento altruisticamente al piacere di lei.

È necessario — come afferma Bader — una certa dose di spietatezza, un certo egocentrismo.

La colpa che si può generare dall’agire questi momenti di “spietatezza” nasce pure da questa possibilità.

Forse qui è bene ricordarci che la colpa, la vergogna, l’indegnità, l’impotenza e la preoccupazione sono tutti sentimenti incompatibili con l’eccitazione sessuale.

Si arriva dunque a considerare che la tensione che nasce tra egocentrismo e altruismo, tra desiderio personale del piacere per sé e amore per l’altra persona è la dimensione che è in grado di generare una maggiore possibilità di soddisfazione sessuale.

Quando capiamo la nostra sessualità capiamo noi stessi

Essere sessualmente soddisfatti: la cura dell'eiaculazione precoce

Come si supera il problema dell’eiaculazione precoce?

Per scoprire come è possibile affrontare e risolvere i problemi legati all’eiaculazione precoce è importante prima di tutto capire che cosa vuol dire per te essere soddisfatto della tua vita sessuale.

Di sicuro, è bene dirlo, non esiste un modello valido per tutti, condivisibile e predeterminato che ci permette di definire una condizione tipica o ideale.

Quello che si può certamente affermare però, è che per essere soddisfatti sessualmente bisogna godere di una particolare condizione che contraddistingue la relazione intima che stai vivendo in questo momento con la tua partner.

Questa particolare condizione avrà sicuramente a che fare con alcuni aspetti che riguardano:

  • una sufficiente sintonizzazione erotica ad accogliere il reciproco desiderio sessuale tra te e la tua partner;
  • un certo sentimento di reciproca fiducia, contraddistinto da un modo unico di sentire, registrare e comunicare i propri bisogni e desideri;
  • l’aver fatto esperienza e sviluppato all’interno della coppia un sentimento di reciproca accoglienza e di reciproca cura;
  • prendere consapevolezza che si può vivere la sicurezza dell’amore: sentire profondamente che l’altro, nella maggior parte dei casi, sosterrà anche le tue debolezze, anche le tue mancanze, senza troppi ripensamenti, senza troppe delusioni;
  • questo serve ad instaurare la profonda convinzione — più o meno solida — che l’altra persona resisterà agli inevitabili urti della relazione.


La soddisfazione sessuale passa inevitabilemente attraverso la sensazione di sentirsi pienamente liberi di esprimere all’intereno della relazione di coppia la tua personalità.

Questo significa poter conquistare un tipo di relazione con la tua partner che non si sviluppa all’insegna del giudizio o dell’umiliazione, ma si esprime attraverso la comprensione e il dialogo.

Sentimenti di rifiuto, vergogna o colpa sono nemici dell’eccitazione e rendono difficile godere della propria vita sessuale.

È nella natura umana sopravvalutare le cose che non ha mai avuto

Colpa, autocritica, sentimenti di disapprovazione, ecc. sono tutte condizioni che creano un campo emotivo particolarmente difficile e faticoso all’interno della relazione intima con la tua partner.

Una condizione che inevitabilmente interviene e agisce nell’intimità del rapporto sessuale. 

Senza dimenticare che:

la colpa emerge quando rifiutiamo gli altri!

la vergogna emerge quando ci sentiamo rifiutati dagli altri!

Se vuoi sapere qualcosa in più sul senso di colpa puoi leggere un articolo che ho descritto dedicato proprio a questo tema: Come superare il senso di colpa.

Per farti capire un po’ meglio che cosa è importante consideare per superare le difficoltà legate all’eiaculazione precoce, ti racconto un po’ la storia di Antonio*,  un ragazzo che si è rivolto a me proprio per superare il suo disagio legato all’eiculazione precoce. 

(* A tutela della privacy è stato modificato o omesso ogni dettaglio che possa rivelare l’identità del mio paziente).

Antonio è un mio paziente che mi contatta perché sta vivendo il dolore della fine di una relazione importante con la sua compagna durata più di 5 anni. 

È stata la sua ragazza ad interrompere la relazione. Interrotta per via della difficoltà che Antonio vive durante l’intimità sessuale.

Non riuscivano a vivere una buona soddisfazione sessuale per via dell’eiaculazione precoe di cui soffrira Antonio e la conseguente frustrazione di lei.

Antonio racconta di sentirsi depresso, deluso, profondamente sofferente. Vorrebbe recupere la relazione e dimostrare alla sua ex quanto vale. 

Vive uno stato di profonda disperazione. 

Ripensa costantemente alla sua relazione. Certe parole pronunciate dalla sua ex continuano a ferirlo e a farlo sentire impotente e depresso.

Registra spesso ansia, pensieri intrusivi che lo spingono ad aver timore di non riuscire a soddisfare nessuna partner.

Ricorda della paura di deludere la sua ragazza, la paura di non essere all’altezza delle sue aspettative.

Lei prima o poi lo lascerà per un altro uomo sicuramente più capace di lui di soddisfarla — mi confessa con dolore Antonio.

Durante tutto il tempo della loro relazione, Antonio si è sempre impeganto tanto, si è sempre speso molto per far funzionare le cose. 

Mille attenzioni, mille preoccupazioni, pur di farla stare bene. Rischiando a volte di andare anche oltre le proprie possibilità.

Nel suo vissuto intimo Antonio registra un senso profondo di vergogna.

A tratti si mostra deluso da sé stesso e si sente fortemente responsabile per la relazione che ha perso per “colpa sua” — dice. 

Non sa cosa fare, come rimediare. 

Vorrebbe dimostrare alla sua ex di essere un uomo forte e capace, in grado di affrontare ogni sfida e di essere all’altezza di ogni situazione. 

In questo scenario particolare 

Nel corso dei primi incontri con Antonio emerge in maniera evidente che quanto accade nell’intimità agisce con gli stessi meccanimi anche in altri ambiti. 

Antonio vive tutte le cose come delle sfide da superare, per dimostrare a sé stesso e agli altri quanto vale. Deve sempre dimostare di essere all’altezza della situazione.

Le fragilità, i limiti, le difficoltà non sono accettate. 

Dopo diversi incontri dove riflettiamo intorno a questi contenuti Antonio inizia a considerare l’ipotesi reale che il suo modo di stare in una relazione è simile ai modi tipici che ha di vivere ogni altro aspetto della sua vita. 

Tutto è una sfida, ogni evento, ogni cosa in cui è coinvolto si trasforma immediatamente in un’occasione per dimostrate di essere all’altezza della situazione che sta vivendo.

Questo atteggiamento, questo modo di fare, del tutto automatico e inconsapevole, trasforma la vita di Antonio in un perenne luogo di competizione con quell’immagine ideale che ha di sé. 

Tutto va bene finchè le cose vanno bene. 

Ma che cosa succede se le cose, nonostante i suoi sforzi e indipendentemente dai suoi sforzi, non vanno come lui vorrebbe? 

Il risultato è l’impotenza generale. Non ha più strumenti utili e validi che possono aiutarlo ad affrontare la situazione e a rispodere come lui vorrebbe alle varie situazioni che vive.

Soprattutto nelle relazioni non vale sempre la regola “più ti sforzi, più ottieni”.

È necessario magari assumere un atteggiamento diverso, per cui non sempre ciò che sembra essere inarrivabile o distante è automaticamente più ricco, più bello o più buono. 

Antonio confonde i piani: 

abituato ad attivarsi sempre, ad agire, a spendersi tanto, ad intervenire con fatica per ottenere il massimo, perde di vista inevitabilmente un altro piano dell’esperienza decisamente molto importante. 

Il piano dell’esperienza che non ha niente a che fare con lo scopo da raggiungere.

Non si tratta di fare una cosa solo perché crediamo che così facendo otterremo ciò che vogliamo.

Un altro piano dell’esperienza ci dice che per vivere profondamente un’esperienza è fondamentale prestare attenzione a quanto accade in noi e intorno a noi mentre ci muoviamo. 

La mente di Antonio è sempre in anticipo. Sempre impegnata a pre-vedere quanto potrà accadere tra qualche minuto, tra un’ora, tra sei mesi, tra 10 anni. 

Rimanere presente a quanto accade in sé, nel suo corpo, intorno a sé, davanti alla sua ragazza è un compito faticoso e del tutto nuovo. 

Questa sospensione, questo rimanere ancorati all’esperienza di quanto ci accade oggi è essenziale per dare profondità e significato a quello che stiamo facendo.

 

Prendendo esempio dal caso di Antonio abbiamo visto come si può configurare la struttura psicologica di un uomo che vive il disagio dell’eiaculazione precoce. 

Esiste un costante confronto con un’immagine ideale di sé altamente performante. Allineata a quello che è il modo comune di comportarsi.

Ci sono delle aspettative nella tua mente: un fortissimo desiderio di mostrare qualcosa di te che di fatto non sei. 

Questo significa fare i conti con il fatto, del tutto umano, di non essere perfetto, di avere dei limiti, di avere delle fragilità. 

Significa pure potersi mostrare incapace e non all’altezza senza con questo rischiare di essere abbandonato.

Prendersi cura di sé e affrontare il disagio dell’eiaculazione precoce significa avere la possiblità di capire esattamente che tipo di relazione stai vivendo con la tua partner (e con te stesso).

È importante per te comprendere bene quali sono le tue ambizioni, i tuoi desideri, il tipo di relazione intima che vorresti vivere, il tipo di rapporto che vuoi costruire con la tua patner, come ti aspetti ti stare emotivamente insieme a lei, ecc.

Tutto questo ti può aiutare a mettere bene a fuoco che cosa senti di voler conquistare davvero per la tua vita di relazione. 

Se queste riflessioni non sono coerenti con quanto stai concretamente vivendo o costruendo nella tua vita di oggi e all’interno delle tue relazioni intime, significa che qualcosa non sta funzionando al meglio.

L’eiaculazione precoce, il disagio che vivi con la tua partner, è la manifestazione puntuale del fatto che ti stai confrontando con una immagine di te stesso fortemente idealizzata, del tutto scollegata dai tuoi reali desideri che stai perseguendo oggi.

Valutare se questo tipo di condizione ti riguarda provando a capire che cosa è necessario ridefinire dentro di te per conquistare un atteggiamento in cui è importante pure ricevere piacere da una relazione intima.

E allo stesso tempo capire se è necessario rischiare concretamente qualcosa in più nella tua vita iniziando davvero a sviluppare tutto il tuo potenziale.

Un saluto, a presto.

Michele

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Michele Accettella

Sono psicoterapeuta abilitato all’esercizio permanente dall’Ordine degli Psicologi del Lazio.
In oltre 15 anni ho accumulato più di 15.000 ore di lavoro in ambito clinico, come psicologo e come psicoterapeuta.

Per diventare analista junghiano, per oltre 5 anni, sono stato anch’io in terapia, poiché per conoscere l’altro è necessaria una conoscenza approfondita di sé.

L’attenzione al lavoro clinico, ancora oggi, viene periodicamente rinnovata negli incontri riservati di supervisione che svolgo presso il “CIPA – Centro Italiano di Psicologia Analitica“: un’associazione che da oltre 50 anni cura la formazione degli psicoterapeuti junghiani in Italia, di cui sono “Membro del Comitato Direttivo Nazionale”.
Sono Psicologo Analista abilitato alla docenza, alle analisi di formazione e alle supervisioni presso la “Scuola di Specializzazione in Psicoterapia” del CIPA riconosciuta dal MUR.

Dal 2021 al 2025 sono eletto Segretario scientifico e Direttore della Scuola di psicoterapia dell’Istituto di Roma del CIPA. 
Dal 2019 sono stato iscritto nell’Albo dei docenti esterni di 1° Livello – Area C di Roma Capitale.

Eventi cui ho partecipato come relatore, moderatore o discussant:

  • Master “La realtà dell’inconscio. Come l’inconscio muove la nostra vita” AIRP, 16 marzo 2024, Livorno
  • Laboratorio di formazione a cura della Rivista di Psicologia Analitica: Anoressia dell’Anima e Bulimia delle cose, 11 febbraio 2023, Chiesa Valdese, Roma
  • Inaugurazione Anno Scientifco 2023 – CIPA, 14 gennaio 2023, Roma
  • Inaugurazione Anno Scientifco 2022 – CIPA, 22 gennaio 2022, Roma
  • Introduzione alla presentazione del docufilm “Fellini e l’Ombra” di Catherine McGilvray, Cinema Farnese, 20 gennaio 2022, Roma
  • Tavola Rotonda “CIPA – Centro Italiano di Psicologia Analitica”, 5 dicembre 2020, Roma
  • Seminario Residenziale CIPA, 25-27 ottobre 2019, Terme di Stigliano
  • Journal Club CIPA, 2 ottobre 2019 riflessioni volume rivista Atque, Roma

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Laurea in psicologia (2004) – Università degli Studi di Firenze
Abilitazione all’Esercizio della Professione di Psicologo (2006)
Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara
Specializzazione in Psicoterapia ad Orientamento Analitico Junghiano (2011)
CIPA – Centro Italiano di Psicologia Analitica di Roma

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